Il santuario costituisce un luogo di pellegrinaggio raggiunto da numerosi visitatori fin dal Medioevo. Oggi funge da quindicesima cappella e conserva uno splendido organo risalente agli inizi del XIX secolo. I lavori di costruzione del complesso vennero inaugurati nel 1604 e comprendono i due chilometri del suggestivo percorso che tocca tutti gli edifici sacri.
Grazie alle numerose donazioni, la costruzione del Sacro Monte di Varese fu molto più veloce di quella degli altri sacri monti e, addirittura, tredici delle quattordici cappelle furono edificate entro il 1623. Nel 1698 il sacro monte era già stato completato e si presentava esattamente come possiamo ammirarlo oggi.
Lo stile architettonico adottato per la costruzione e la decorazione delle cappelle, delle fontane e degli archi è assai variegato e risulta ispirato al manierismo. Le statue e i cicli pittorici che ornano le cappelle sono un’altissima testimonianza dell’arte sacra seicentesca lombarda.
Il santuario è compreso nel territorio di Santa Maria del Monte e sorge a circa 850 metri sul livello del mare. Venne collegato al resto della città dalla storica funicolare che è stata rimessa in funzione soltanto di recente.
All’indomani dell’inaugurazione dei lavori si è subito assistito ad un grande fluire di artisti provenienti da tutta l’area lombarda per la realizzazione dell’apparato decorativo. Fra questi vanno citati il Maestro di Trognano, autore dei pannelli che ornavano l’altare maggiore, e Andrea da Milano, che realizzò il gruppo scultoreo dell’Adorazione dei Magi, sistemato nel santuario.
La concezione unitaria del Sacro Monte di Varese, fa pensare che la costruzione delle cappelle e del relativo Santuario sia stata concertata da un unico regista. Secondo gli storici, il Bernascone, almeno fino al 1627, avrebbe diretto i lavori discutendone le soluzioni decorative con gli artisti chiamati a realizzare le statue e gli affreschi che le impreziosiscono.
Questo meraviglioso itinerario mariano, da molti considerato come il più affascinante al mondo, dovette avere anche un altro direttore, ovvero il cardinale Federico Borromeo, che affidava all’arte sacra un preciso programma pedagogico, capace di istruire fedeli e non.
Il Monte sacro di Varese oggi è considerato un vero e proprio museo all’aperto, in grado di ritrarre alla perfezione la bontà della stagione artistica seicentesca dell’area milanese.
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